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Cambiamento climatico
Leffetto serra è un fenomeno naturale e benefico, fondamentale per lesistenza e lo sviluppo della vita sul nostro pianeta.
In assenza di questo fenomeno è stato calcolato, infatti, che la temperatura media della terra sarebbe di circa 19 gradi sotto lo zero, ovvero ben 33°C più bassa della temperatura media effettiva (Il meccanismo dell'effetto serra).
Purtroppo negli ultimi 100 anni questo fenomeno viene giudicato in pericolosa crescita dagli scienziati dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) a causa della crescente concentrazione di alcuni particolari gas, detti gas ad effetto serra, dovuta alle attività antropiche, che sta provocando un cambio del clima a livello globale.
Negli ultimi 120 anni le temperature a livello alpino sono
cresciute attorno a 2 gradi centigradi, quasi il doppio della media
globale. E sono destinate a crescere ancora. I ricercatori
pronosticano un aumento di altri due gradi centigradi per i
prossimi 40 anni. A prima vista tutto ciò appare poco
drammatico, ma basta una differenza di pochi gradi perché il
clima e così il mondo subiscano un cambiamento
decisivo.
Nelle Alpi la manifestazione più evidente dei cambiamenti
climatici è visibile sui ghiacciai. Negli ultimi decenni
molti ghiacciai alpini si sono ritirati, dimezzando la propria
estensione originaria e, entro la fine del secolo, è
possibile che tutti i ghiacciai alpini con pochissime eccezioni
siano completamente scomparsi.
Per quanto riguarda nello specifico il territorio alpino, una previsione dell'aumento di temperatura è stata effettuata all'interno del progetto Interreg 3pclim "Il clima del tirolo - alto adige - bellunese, passato, presente e futuro". I risultati indicano che "le temperature nella regione di indagine tenderanno quasi uniformemente a crescere, prima lentamente, di circa 1,5 °C rispetto al livello odierno, fino al periodo compreso fra il 2026 e il 2055, e poi di circa 3,8 °C fino alla fine del secolo" (pag. 96 dello studio).
Le conseguenze immediate sono:
- aumento del numero di frane, valanghe e colate di detriti;
- lunghi periodi di siccità alternati a piogge torrenziali;
- aumento di inondazioni nel fondovalle;
- surriscaldamento delle città in estate.
Un altro importante studio sugli effetti dei cambiamenti climatici a livello locale è il "Klimareport - Rapporto sul clima" pubblicato nel 2018 da eurac research e scaricabile al sito: www.eurac.edu
Lotta al Cambiamento Climatico
L'entrata in vigore della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite
sui Cambiamenti Climatici - UNFCCC nel 1994, che attribuiva un
ruolo prioritario ai meccanismi di riduzione dei gas serra
(mitigazione), ha portato ad adottare a livello mondiale politiche
di riduzione delle emissioni di gas serra.
L'iniziativa principale è infatti Il Protocollo di Kyoto,
redatto a Kyoto in occasione della 3 Conferenza delle Parti
della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti
Climatici - UNFCCC.
Il Protocollo di Kyoto
Tale Protocollo, entrato in vigore il 16 febbraio 2005 prevedeva
una riduzione delle emissioni dei Paesi Sviluppati del 5% rispetto
all'anno di riferimento del 1990 entro il 2012. Il secondo periodo
di adempimento, 2012 - 2020 prevede invece una riduzione delle
emissioni del 18% (l'Unione Europea del 20%).
La principale lacuna del protocollo di Kyoto è
che richiede unicamente ai paesi sviluppati di intervenire.
Inoltre, considerando che gli Stati Uniti non hanno aderito al
protocollo di Kyoto, che il Canada si è ritirato prima della
fine del primo periodo di adempimento e che Russia, Giappone e
Nuova Zelanda non prendono parte al secondo periodo, tale
strumento si applica attualmente solo a circa il 14% delle
emissioni mondiali. Oltre 70 paesi in via di sviluppo e sviluppati
hanno tuttavia assunto vari impegni non vincolanti intesi
a ridurre o limitare le rispettive emissioni di gas a effetto
serra.
Conferenza di Parigi sul
Clima
La conferenza di Parigi sul
clima si è tenuta dal 30 novembre
all'11 dicembre 2015.
Il 12 dicembre le parti
hanno raggiunto un nuovo accordo globale sui
cambiamenti climatici. Si tratta di un risultato equilibrato con un
piano d'azione per limitare il riscaldamento globale "ben al
di sotto" dei 2ºC rispetto all'epoca preindustriale.
Per arrivare a tale obiettivo è necessaria una riduzione del
livello globale delle emissioni di gas serra del 70% entro il 2050
ed arrivare quasi a zero emissioni nel 2100.
Per quanto riguarda nello specifico il territorio alpino, una previsione dell'aumento di temperatura è stata effettuata all'interno del progetto Interreg 3pclim "Il clima del tirolo - alto adige - bellunese, passato, presente e futuro". I risultati indicano che "le temperature nella regione di indagine tenderanno quasi uniformemente a crescere, prima lentamente, di circa 1,5 °C rispetto al livello odierno, fino al periodo compreso fra il 2026 e il 2055, e poi di circa 3,8 °C fino alla fine del secolo" (pag. 96 dello studio).
A livello dell'UE, il quadro 2030 per il clima e l'energia comprende obiettivi e obiettivi politici per il periodo dal 2021 al 2030.
Obiettivi chiave per il 2030:
- una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990)
- una quota almeno del 32% di energia rinnovabile
- un miglioramento almeno del 32,5% dell'efficienza energetica.
Il quadro è stato adottato dal Consiglio europeo nell'ottobre 2014. Gli obiettivi in materia di energie rinnovabili e di efficienza energetica sono stati rivisti al rialzo nel 2018.
Ulteriori informazioni sono disponibili al sito: ec.europa.eu
A livello locale l'Alto Adige si è dotato nel 2011 del piano Klimaland 2050, scaricabile al sito: ambiente.provincia.bz.it
Gli obiettivi definiti nel 2011 erano chiari: migliorare l'efficienza energetica, ridurre i consumi pro capite e le emissioni di CO2, sostituire le fonti di energia fossile con quelle rinnovabili. Il Piano indica la strada che l'Alto Adige vuole seguire per diventare un KlimaLand a livello internazionale e adottare un approccio sostenibile alla questione energetica. Le misure del Piano delineano il percorso da seguire nei prossimi decenni attraverso l'adozione di obiettivi intermedi e di verifiche da effettuarsi ogni cinque anni, per consentire un'eventuale ridefinizione delle misure.
Adattamento al Cambiamento Climatico
In seguito agli eventi climatici estremi degli ultimi anni dovuti principalmente all'aumento di temperatura, a livello internazionale si sono cominciati a promuovere piani di adattamento per rendere le città meno vulnerabili e più reattive. A questo scopo è stata elaborata la strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici, che individua i rischi maggiori nei diversi paesi europei ed elenca una serie di possibili azioni da intraprendere. Partendo da questa strategia generale, sono molti i comuni che hanno elaborato un piano di adattamento ed hanno aderito al PAESC- Piano di Azione per l'energia Sostenibile e il Clima prevedendo azioni per preparare la città e il territorio ad ondate di calore, inondazioni e nubifragi con lo scopo di limitarne i danni.
Maggiori informazioni sono disponibili su questo sito: www.covenantofmayors.eu