Memoria: al via il progetto Pietre d'inciampo, per non dimenticare
Alla sofferenza degli ex residenti della città di Bolzano
che hanno perso la vita a causa della follia razzista del nazismo,
Il Comune di Bolzano vuole rendere memoria. Similmente al progetto
voluto dall'artista Gunter Demnig che prevede delle "pietre
d'inciampo", si intende posizionare una targa commemorativa
d'ottone affissa al marciapiede davanti all'ultima residenza dei
perseguitati. Azioni simili di omaggio alla memoria delle vittime
si sono svolte in Germania, Austria, Svizzera, Croazia,
Lussemburgo, in Italia a Roma e nella nostra provincia anche a
Merano. Per richiedere la partecipazione dell'artista è
necessaria "l'autorizzazione per la posa di pietre d'inciampo nello
spazio pubblico" rilasciata dal sindaco o dal Comune. A partire da
gennaio 2015 - quando si celebrerà la settantesima
commemorazione della liberazione di Auschwitz-Birkenau - potrebbero
essere posate anche a Bolzano tali "pietre d'inciampo". Scavate nei
marciapiedi presso l'ultimo indirizzo di residenza della vittima,
serviranno a mantenere viva la memoria degli abitanti della
città rispetto a tutti coloro che - dopo essere stati
discriminati giuridicamente, socialmente ed economicamente a causa
delle famigerate "leggi razziali" nel corso del fascismo italiano
dal 1938 - nel corso del regime nazista e della sua follia razziale
omicida furono perseguitati, fino alla deportazione fisica nei
campi di concentramento e alla privazionedella loro vita.
La città di Bolzano intende così lasciare un segno
efficace pubblicamente, anche rispetto a delle
responsabilità storiche. Perché solo grazie ad una
burocrazia omicida e all'omertà, se non poi al
coinvolgimento, di molti le barbarie della privazione dei diritti
delle persone e il genocidio mirato sono stati possibili.
70 anni dopo gli eventi disumani è particolarmente
importante rendere omaggio alla memoria delle vittime
dell'Olocausto su basi scientificamente valide. Pertanto la
ricercatrice Sabine Mayr e Hannes Obermair, direttore dell'Archivio
storico della Città di Bolzano, hanno elaborato con il
sostegno della Comunità Ebraica di Merano, del Museo Ebraico
di Merano e dell'associazione ANPI Sezione di Bolzano, una perizia
preliminare.
La ricerca degli autori di questo studio sulle vittime ha messo in
luce il triste destino di 17 famiglie, per un totale di 25 membri,
la cui memoria pubblica sarà assicurata attraverso
l'installazione di tali targe/"pietre d'inciampo". Vivevano nella
città di Bolzano al tempo della loro persecuzione,
deportazione e assassinio.
Questo l'elenco:
Adalgisa Ascoli: Via Cavallari 8 (1939), Ludwig Bondy: Via Rovereto
4 (1939), Otto Bondy (1940) Via Torino 50, la sua Giardineria sino
al 1935: Via San Quirino 96, Famiglia Carpi: Via Leonardo Da
Vinci20/25 (1943), Lucia, Adele, Allegra, Rimini-Carpi, Alberto
Carpi, Germana Carpi, Olimpia Carpi ,Aldo Castelletti: Via Rosmini
20 (1939), Bernhard Czopp: (1939): Via della Torre 5, suo studio
veterinario (1935): Via Ca' de' Bezzi 10, Auguste Freund: Piazza
delle Erbe 9 (1939), Gustav Furcht: Viale Venezia 11 (1938), Samuel
Elias Gostynski/Gostinski/Gostinsky und Idessa Ajdla Gostynski,
nata Tobias: via Roma17 (1939), Manfred Kayser: Largo Ascianghi 2 /
via Manci 2 (1939), Charlotte und Felicitas Landau: Via Leonardo Da
Vinci 8 (1939), Werner Lewin: Via Conciapelli 19 (1939), Wilhelm
Alexander Loew: (1943): Corso IX Maggio 36 / Corso Libertà
36, ultimo indirizzo studio legale (1943): Piazza delle Erbe 7,
Famiglia Popper: Via Leonardo Da Vinci 20/24 (1939) Alexander
Popper, Rosalie Deuches-Popper, Paul Popper, Adolf Schwarz: Albergo
Posta Europa, Via Leonardo Da Vinci1 (1939), Ada Tedesco: Via
Portici 30 (1939), Josef Weinstein: Via Principe di Piemonte 17 /
Via della Mostra (1939).
.
Download:
- Studio per il progetto Pietre d'inciampo (file pdf, 1.879 Kilobyte)
- Area comunicazione
- Area comunicazione
- Pubblicazioni
- Bolzano Notizie
- Extra