Museo Civico: Oggetto del Mese dicembre 2020
"Domani (27.11.2020) avremmo avuto la grande porta del Museo
Civico di Bolzano aperta ad accogliere le migliaia di persone che
ogni anno ci fanno visita durante la Lunga notte dei Musei. Abbiamo
sempre organizzato un'iniziativa particolare legata a questo
importante momento di condivisione della cultura nella nostra
città. La Lunga Notte era sempre un successo per il Museo
civico, con lo staff felice di organizzarla e numerose persone che
lasciavano ringraziamenti e commenti positivi sulle iniziative
proposte. Per non rompere questa tradizione, abbiamo scelto di
presentare in anticipo, proprio il giorno della Lunga Notte ormai
cancellata, l'
Oggetto del Mese di dicembre del Museo Civico. In
momenti così difficili, di solitudine, esclusione sociale,
avvenimenti culturali che che non si possono vivere liberamente e
con il Natale che si avvicina, abbiamo deciso di comunicare calore
alla nostra città, celebrando un oggetto particolare:
l'unico esemplare di stufa esistente in ambito trentino-tirolese
che presenta dipinti legati al Natale, realizzati intorno alla
metà del 18esimo secolo, proprio nella zona di Bolzano.
Questa stufa, che è esposta al Museo civico, fa parte di una
collezione di 11 stufe, la più antica datata 1498. Ci
auguriamo che tutti coloro che domani non potranno venire
fisicamente al Museo, possano almeno consolarsi la bellezza dei
delicati dipinti in stile faentino della stufa "natalizia" del
Museo civico".
Chiara Rabini
Assessora alla Cultura Città di Bolzano
Oggetto del Mese - dicembre 2020
Vivere al caldo e senza fumo, guardando le immagini del Natale: una
stufa particolarmente bella è conservata al Museo
Civico
"Le stufe in muratura, coperte in tutto o in parte, da
formelle (olle) invetriate, sono conosciute nell'Europa centrale e
nelle Alpi solo a partire dal Medioevo, mentre non si trovano in
Pianura Padana e nelle restanti zone d'Italia, dove invece era
diffuso il camino
aperto. Rispetto a quest'ultimo, però, le stufe presentano
il grande vantaggio di poter essere caricate anche dall'esterno
della stanza in cui si trovano. In questo modo l'ambiente
riscaldato rimane completamente privo di fumo anche in caso di
cattivo tempo.
Una stufa correttamente funzionante è strutturata
all'interno in modo complesso: ha una camera di combustione,
serpentine per i bollenti giri di fumo e materiale refrattario che
permette la conservazione del calore per molte ore dopo il
caricamento. Anche le formelle in ceramica invetriata del
rivestimento esterno permettono la conservazione e l'irraggiamento
del calore nell'ambiente. In Alto Adige, che, con il Trentino,
è la zona di diffusione più a sud per stufe di questo
tipo, questo artigianato è documentato già dal
Medioevo attraverso ritrovamenti archeologici avvenuti in corso di
scavo in città e nei castelli. Chi produceva vasellame,
stoviglie per la tavola e per la cucina, creava parimenti le olle
per le stufe, cosa ben documentata, a partire dal Cinquecento,
soprattutto in città come Bolzano, Merano e Bressanone dove
lo smercio del prodotto era assicurato. A Bolzano è
documentato già nel 1242 un vasaio Ulricus Vogelus e, in
altro contesto, è ricordata una "casa con stufa". È
raro che le stufe storiche a formelle si siano conservate nella
loro interezza. Il più delle volte, infatti, venivano
regolarmente smontate e sostituite: nel caso, ad esempio, che
scaldassero troppo o male - potevano anche esplodere - oppure dopo
qualche decennio di uso intensivo, si bruciavano all'interno,
divenendo così inutilizzabili. Nello smontarle era facile
che le formelle invetriate si crepassero e non potessero essere
riutilizzate". Testo Stefan Demetz/Antonella Arseni
Download:
- Info (file pdf, 761 Kilobyte)
Per ulteriori approfondimenti:
- Area comunicazione
- Area comunicazione
- Pubblicazioni
- Bolzano Notizie
- Extra